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Gli ultimi messaggi 4

2023-01-24 15:45:16 Analisi di mercato del 24/01/23

Dalla nostra ultima analisi Bitcoin ha continuato ad aggiornare i massimi del 2023, mettendo in scena uno dei suoi coup de théâtre migliori a cui ci ha abituato negli anni: frustrare le aspettative dei ribassisti e di chi era ancora alla finestra in attesa di posizionarsi. Infatti ora entrambe le categorie sono costrette a correre ai ripari e a inseguire.

Dopo un rally incredibile che ha sbriciolato tutte le resistenze lungo il percorso, in questa fase la principale criptovaluta sta cercando di consolidarsi nella regione $23K.

Capitalizzazione di mercato $1057 miliardi, indice di BTC dominance 42,1%

Ieri i mercati azionari hanno aperto la settimana in grande stile, con il
Nasdaq in rialzo del 2% e l’S&P 500 dell'1,19% chiudendo sopra 4000 punti, che rappresenta un’area di resistenza importante vista la concomitante presenza della SMA 200 daily e della trendline ribassista del 2022.

Nel frattempo l’Indice del dollaro è collassato sotto 102 punti, mentre l’euro è ormai alle porte dell’$1.09.

L’aggressività della BCE che ha annunciato almeno altri 2 hike dei tassi d’interesse nell’Eurozona da 50 punti base sta contribuendo alla debolezza del dollaro, dato che il terminal rate della Fed è decisamente più vicino.

Gli investitori si aspettano che l’1 febbraio la Fed proceda con un rialzo dei tassi dello 0,25% mentre più di qualcuno scommette addirittura che i tassi resteranno invariati (previsione decisamente ottimistica).

Infatti il mercato del lavoro è ancora forte e i fattori inflazionistici a lungo termine stanno presentando il conto.

Come abbiamo più volte evidenziato, la fine della globalizzazione sta ponendo fine all’era della bassa inflazione e dei tassi d’interesse negativi e nel momento in cui anche la Cina sta tornando alla normalità, la domanda di materie prime sovrasterà l’offerta, causando una nuova impennata dei prezzi.

La nostra strategia di difesa appare piuttosto chiara: nel medio termine acquistare materie prime, nel lungo periodo Bitcoin e oro. Nelle prossime analisi affronteremo l’argomento in maniera più diffusa.

Continua la saga sul "tetto del debito americano".

Ho riassunto la situazione in questo post.

Naturalmente il "default degli Stati Uniti" è uno scenario non contemplabile e infatti i Democratici stanno proponendo di abolire del tutto il tetto del debito nazionale, così da non perdere tempo ogni anno in formalità burocratiche.

Giusto per rendere il quadro macro e geopolitico ancora più “frizzante”, Argentina e Brasile hanno firmato un accordo sulla reciproca integrazione economica e la creazione di una moneta comune "SUR".

Il presidente del Brasile è andato oltre e ha suggerito di pensare alla creazione di una valuta comune per tutti i BRICS.

L'obiettivo naturalmente è quello di ridurre la dipendenza dal dollaro.

Altro tassello nella nostra tesi di anti-globalizzazione e frammentazione di cui parliamo da tempo.

Anche se le notizie provenienti dagli USA indicano una chiara frenata dell’inflazione, non è così nel resto del mondo. In Argentina ad esempio, a causa dell'iper-inflazione, molti istituti finanziari devono affrontare il problema dello spazio dove custodire il Peso in contanti (vi ricordo che il Peso argentino si svaluta a ritmi record ormai da anni).

In primo luogo, questa è una buona notizia per Bitcoin: l’inflazione fuori controllo di molte valute fiat locali favorisce l’afflusso sul mercato crypto dei fondi dei cittadini vittime di questa dinamica.

In secondo luogo, se confrontiamo il desiderio di molti paesi di affrancarsi dal dollaro con la necessità di proteggersi dall'inflazione, allora Bitcoin nelle riserve di una Banca Centrale non sembra più un’ipotesi così peregrina.

Sul fronte crypto, il consolidamento di BTC sta consentendo alle top altcoins in ritardo di provare a chiudere il gap, come BNB.
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2023-01-16 21:37:04 Vi assicuro che Bitcoin non mancherà di farcelo notare.
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2023-01-16 21:37:04 Analisi dei mercati 16.01.23

Direi che il 2023 si è aperto in modo decisamente spumeggiante. Gli indici azionari hanno piazzato il Santa Claus rally in zona Cesarini e Bitcoin è balzato improvvisamente sopra la soglia psicologica $20K, nel più classico dei movimenti impulsivi a cui ci ha abituato nel corso degli anni.

La capitalizzazione del mercato crypto si è riavvicinata ai $1000 miliardi e l’indice di BTC dominance è salito al 41%.

Oggi i mercati azionari americani sono chiusi per il Martin Luther King Day, mentre gli indici europei hanno chiuso in leggero rialzo.

L’oro sta cercando di consolidarsi sopra 1900 dollari l’oncia e l'indice del dollaro lotta ancora per mantenere il supporto a 102 punti.

Dal punto di vista dei fondamentali, c’è da segnalare l’apertura odierna del forum economico di Davos.

La notizia chiaramente non sta nell’evento in sé (ormai totalmente autoreferenziale) quanto nel fatto che per la prima volta non ci sarà la presenza di personalità russe, cinesi e indiane. Ma se l’assenza dei primi è giustificata dalle attuali tensioni geopolitiche, la mancata presenza di miliardari cinesi e indiani fa invece molto più “rumore”.

Questa notizia si inquadra nel processo di anti-globalizzazione di cui abbiamo discusso nell’analisi macro di inizio anno.

Tornando ai mercati, la notizia principale della settimana sarà quella di mercoledì sulla produzione industriale degli Stati Uniti.

Il PPI è un indicatore che anticipa le tendenze dell’inflazione al consumo e quindi sarà utile per confermare o smentire il quadro di inflazione in calo.

Sul fronte crypto, Bitcoin continua ad aggiornare i massimi del 2023 ($21434) in un rally che per intensità non si vedeva da tempo.

Ricordate come, sempre nell'analisi delle prospettive del 2023, avevamo evidenziato le alte probabilità di relief rally significativi all'interno del bear market?

Eccoci serviti.

Al netto della price action di breve (consolidamento nel range $20500/$21500) i livelli chiave in ottica medio lungo termine sono la resistenza nella regione $22K, la cui rottura è propedeutica a un ulteriore allungo verso i $25.000, e la macro regione di supporto tra $18K e $19K, in una riedizione del trading range pre crack FTX.

A tal proposito, i volumi su Bitcoin sono tornati ai massimi dal fallimento di FTX, a dimostrazione di come il mercato abbia totalmente smaltito le scorie della situazione.

La cosa bella è che ora nessuno sembra credere in questo rally.

Nessuno.

Leggo in giro estremo scetticismo e la "convinzione" che molto presto ci sarà un'altra discesa su nuovi minimi o comunque una decisa correzione.

Chiaramente non possiamo escluderlo in Totò, soprattutto alla luce delle numerose variabili macro e geopolitiche in gioco.

Tuttavia questo consenso unanime sul fallimento del rally, in realtà è il primo elemento che invece dovrebbe metterci in allerta.

Quando il mercato inverte e riemerge dalle ceneri del bear market nessuno dà credito al rialzo, che viene liquidato con estremo scetticismo.

Ad esempio ricordo che ad aprile 2019, durante la prima ondata dai minimi a $3000, quando Bitcoin raggiunse l'area $6.000 praticamente tutti chiamarono la fine del rally e il re-test dei suddetti minimi, adducendo le più svariate motivazioni a base di gap CME (a proposito dei fans del gap sui futures che stanno ancora aspettando la chiusura del gap in area $3K), resistenze invalicabili (che invece sono state violate come burro) e tutto il resto del repertorio del buon ribassista.

La realtà è che nei 2 mesi successivi Bitcoin è passato da 3.000 a 14.000 dollari.

I ribassisti sono così, appaiono sempre estremamente sofisticati e forbiti nelle loro analisi, salvo poi restare imprigionati nel loro bias che li porta a perdere puntualmente treni epocali.

La lezione appresa qui è di non cercare mai di anticipare il top di Bitcoin, altrimenti si rischia di restare estremamente delusi.

Piuttosto osservate con attenzione la price action su time frame di lungo periodo, in attesa di un chiaro segnale di inversione.
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2023-01-02 17:50:36 Infatti anche solo saper gestire il rischio di cambio tra Euro e Dollaro giustifica quantomeno la conoscenza di base dell’argomento.

A tal proposito, immaginate di aver avuto il giusto timing nel coprire i vostri risparmi in euro subito prima o durante l’incredibile rally del dollaro nel corso del 2022, direttamente con uno swap o semplicemente facendo hedging con una posizione short su cross EUR/USD. Al cambio attuale avreste realizzato circa un 6% (con punte del 16% tra settembre e ottobre dello scorso anno), semplicemente con la conversione o con una copertura tra valute.

Anche per l’analisi tecnica vale lo stesso discorso, spesso infatti mi capita di leggere analisi basate su criteri e strumenti di analisi tecnica di 50 anni fa. Se questo approccio può avere ancora un minimo di senso sui mercati tradizionali (e questo “se” è grande come una casa), risulta totalmente fallace sul mercato delle criptovalute.

Per questo motivo è fondamentale utilizzare gli indicatori tecnici e i nuovi strumenti che la tecnologia ha reso disponibili, così da analizzare al meglio i mercati finanziari.

Ci aspetta un anno particolarmente complesso, come emerge chiaramente dall’analisi fiume appena pubblicata, e per questo motivo è fondamentale essere proattivi e non subire passivamente gli eventi.

E noi saremo qui, come sempre.
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2023-01-02 17:50:36 Come già accennato in precedenza, l’interesse per il mercato è ai minimi termini, non c’è nuovo pubblico, non ci sono volumi di scambio e nuovi capitali in afflusso.

- L’auto custodia è ormai un must per il settore e il 2022 ha sancito la consacrazione definitiva della frase “Not your keys, not your coins”, come hanno imparato a caro prezzo gli utenti di Celsius, BlockFi, FTX, etc.

- Bitcoin (non le criptovalute) ha dimostrato una resilienza invidiabile.

Nel primo trimestre dell’anno Bitcoin si era stabilizzato sul supporto $ 30K , che ha ceduto solo in seguito all’implosione dell’ecosistema Terra (terza blockchain per TVL pro tempore) e al contagio che ha coinvolto Hedge Fund da decine di miliardi di AUM (3 arrows capital) e la piattaforma di lending Celsius.

Poi si è stabilizzato in area $20K resistendo all’esplosione dell’inflazione, al ciclo di rialzo dei tassi, al crollo dei mercati azionari e al pesante aggravamento della situazione geopolitica.

Solo il crack FTX, che a sua volta ha innescato una reazione a catena che ha coinvolto dozzine di altri progetti e società, ha determinato la perdita del supporto.

Miliardi e miliardi di controvalore in criptovalute sono stati riversati sul mercato da queste società, nel disperato tentativo di evitare il fallimento, di nascondere denaro ai creditori o semplicemente per paura della reazione a catena innescata.

Ipotizzando un’analogia con il sistema finanziario tradizionale, è paragonabile al fallimento di Interactive Broker Group o della CME Group, con successivo effetto domino che porta al fallimento di altre società quotate sull’S&P 500.

Provate ora a immaginare la reazione dei mercati azionari.

In un simile scenario apocalittico, Bitcoin è sceso del 65% da inizio anno ma il mercato è stato bonificato da truffe e aziende deboli, con l’infrastruttura del settore non solo preservata ma anche migliorata e pronta ad accogliere le innovazioni grazie alla formazione di nuove tendenze che domineranno il mercato nei prossimi anni.

Senza tutti i fattori fin qui esaminati, credo che Bitcoin avrebbe mantenuto serenamente l’area $28/30K, per poi vedere il suo outlook decisamente migliorato contestualmente al miglioramento del contesto macro.

Ma la storia non si fa con i se e con i ma, dunque dobbiamo fare il fuoco con la legna che abbiamo. E se mettiamo a sistema tutte le informazioni fin qui analizzate, la situazione non è poi così negativa.

Una volta toccato il fondo si può solo risalire e la notte più buia è quella prima dell’alba.

Dopo la sagra delle frasi fatte (manca solo “non ci sono più le mezze stagioni”) andiamo a concludere con qualcosa di più concreto.

Nel 2023 continueremo a portare avanti la nostra strategia di lungo termine attraverso la gestione del portafoglio pubblico di investimento, che potete consultare in ogni momento seguendo il link nel messaggio fissato in alto.

Al momento abbiamo schierato circa il 30% del capitale a disposizione e nel corso del 2023 andremo a piazzare buona parte della liquidità residua.

Nelle prossime settimane torneremo a gestire a tempo pieno le strategie di copy trading sul mercato delle criptovalute tramite l’exchange Bitget e sul mercato azionario nella piattaforma Prime XBT.

Inoltre riprenderemo con più costanza le analisi settimanali qui nel canale e sul mio canale YouTube, allargando la prospettiva anche ai mercati tradizionali come di consueto.

Gli ultimi due mesi sono stati caratterizzati da importanti novità che mi hanno impegnato in misura quasi esclusiva, ma nelle prossime settimane tornerò operativo sui social al 100%.

Infine il 2023 sarà particolarmente ricco di spunti e novità all’interno del Circolo degli Investitori, dove oltre a tutti i corsi e servizi attualmente erogati, affiancheremo due nuovi video corsi “Investire nel Forex” e “Analisi tecnica moderna”.

L’introduzione del corso forex è quasi d’obbligo, alla luce degli sconvolgimenti economici e geopolitici che hanno caratterizzato il 2022.
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2023-01-02 17:50:36 Tuttavia non dobbiamo escludere l’eventualità discussa in precedenza di un atterraggio morbido per l’economia (soprattutto per quella americana) che favorirà risultati decisamente più soddisfacenti per azioni e criptovalute.

Inoltre dobbiamo considerare anche l’eventualità che la correlazione tra indici azionari e Bitcoin presto o tardi si ridurrà sensibilmente (in stile 2019 per intenderci, quando la principale criptovaluta aveva una correlazione diretta con l’oro e non con l’azionario).

Naturalmente è un processo che richiederà molto tempo, ma va valutato.

In ogni modo il consenso tra gli investitori per il 2023 è di un mercato crypto piatto con volumi e volatilità in calo, a causa della mancanza di interesse e di nuovi capitali sul mercato.

In sintesi la classica fase 3 di un bear market caratterizzata da mancanza d’interesse di nuovi attori e dalla "depressione" degli attuali partecipanti (in questa live di giugno 2022 ho analizzato le 3 fasi di un mercato ribassista), che però è propedeutica ad accumulare e costruire solide posizioni in ottica del prossimo ciclo al rialzo.

In questa fase, sarà opportuno concentrarsi esclusivamente su BTC e poche top altcoins come ETH e BNB, oltre a poche altre alts accuratamente selezionate grazie a un attento lavoro di due diligence.

In tale ambito, voglio sottolineare questa ricerca pubblicata pochi giorni fa a proposito di come i cosiddetti boomers abbiano realizzato profitti migliori rispetto alla generazione dei millennials, grazie al fatto che i primi hanno appunto applicato rigide procedure di due diligence (studio del progetto, tokenomics, etc), mentre i secondi sono stati influenzati dall’hype e dal marketing.

In realtà la cosa non mi stupisce affatto, considerato anche che negli ultimi anni spesso sono stato definito boomer da persone più giovani, quando criticavo l’ennesima shitcoin apparsa sul mercato (al massimo avrebbero potuto definirmi "X" dato che la mia generazione è la X e baby boomers é quella dei miei genitori, ma questo dimostra il livello di scolarizzazione dell’utente medio sui social).

Tornando al consenso sul 2023, tendenzialmente sono d’accordo con questa lettura anche se è bene valutare tutte le opzioni sul tavolo discusse in precedenza.

E soprattutto non dobbiamo dimenticare come anche i bear market possano regalare dei relief rally nell’ordine del +100% (e anche oltre, 2019 docet).

L’ultimo aspetto da segnalare è relativo alle criticità della società di lending Genesis, legata al Digital Currency Group (DCG) a cui fa capo anche il fondo Grayscale.

Sappiamo che tra le vittime del crack FTX c’è appunto anche Genesis, che da metà novembre ha sospeso i prelievi impattando negativamente anche su altri exchange partner (ad esempio il programma Earn di Gemini si appoggiava proprio a Genesis).

Inutile sottolineare che l’eventuale fallimento di Genesis metterebbe seriamente a rischio anche la DCG e il Grayscale Trust, la cui insolvenza causerebbe un tale uragano da far sembrare il crack FTX una semplice pioggia tropicale.

Al momento non ci sono elementi che lasciano intendere dei risvolti così nefasti, ma è un’eventualità che a oggi non si può escludere totalmente.

Prima di concludere, voglio ripercorrere i principali take away del 2022 sul mercato crypto:

- Non esistono monete o blockchain eterne e insostituibili (ad eccezione di Bitcoin, unico network realmente decentralizzato). Ricordo che 3 monete che a maggio 2022 erano in top 20 del market cap sono state spazzate via (LUNA, UST, FTT) e altri network presunti killer di altri progetti hanno perso il 95% del valore (andare alla voce Solana).

- Dall’inizio del 2022, la capitalizzazione di mercato è passata da $2240 miliardi agli attuali $750, i volumi di scambio sui CEX sono scesi del 64% (ai DEX è andata anche peggio -70%), le richieste relative alle criptovalute sui motori di ricerca sono scese dell’80% e i click sui principali media online del settore sono scesi del 50% (Cointelegraph, il più rappresentativo, ha registrato un calo di visite da 20 a 9,9 milioni di utenti mensili).
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2023-01-02 17:50:36 È il network che garantisce reale decentralizzazione a oggi è solo il Bitcoin core.

Adesso analizziamo le prospettive per il 2023.

Ragionevolmente il primo semestre risentirà delle scorie e degli strascichi che hanno caratterizzato il 2022, con il rischio tutt'altro che residuale che le politiche restrittive di tutte le principali banche centrali inneschino una recessione globale (addirittura a dicembre 2022 anche la Bank of Japan ha iniziato a indebolire la sua politica monetaria accomodante).

La situazione in Europa è totalmente diversa rispetto agli Stati Uniti, infatti mentre la Fed è ormai vicina al suo terminal rate (nella peggiore delle ipotesi c'è ancora un margine di 75 punti base), la BCE ha già annunciato che andrà avanti ancora a lungo nel percorso di rialzo dei tassi.

Non entro nel merito nell'opportunità di una simile strategia (a mio avviso non ha senso alzare aggressivamente i tassi d'interesse in Europa dato che l'inflazione è sul lato offerta, mentre bene ha fatto la Fed visto che quella americana è la classica inflazione da domanda).

E proprio a causa di questa dinamica, assegno maggiori probabilità di finire in recessione all'Europa piuttosto che agli Stati Uniti, i quali sono ancora in partita per raggiungere l'obiettivo di un atterraggio morbido per l'economia al termine del ciclo di rialzo dei tassi.

In ogni modo, non possiamo escludere a priori l'eventualità che anche la Fed abbia calibrato male la sua politica (overtightening), finendo così per causare una recessione negli Usa.

Dunque dobbiamo programmare una strategia che ci consenta di proteggere i nostri portafogli anche nello scenario peggiore di un contesto macro anti-ciclico, scegliendo correttamente timing e tipologia di asset.

In merito al timing credo che il faro da seguire sia, parafrasando una recente nota di BofA, "the last hike" ossia l'ultimo rialzo dei tassi dei Fed funds prima della pausa.

In tale ambito, gli incontri del FOMC decisivi saranno quelli di inizio febbraio e di fine marzo, dove ragionevolmente la Fed raggiungerà il suo terminal rate (hike dello 0.25% a febbraio e 0.25% marzo, oppure 0.50% febbraio e 0.25% marzo).

Una volta stabilito il timing, dobbiamo passare all'analisi degli asset e ho individuato 3 tipologie di asset class come protezione anti-ciclica: titoli di stato americani di breve durata (1-2 anni), oro (e argento) e azioni value (società solide e strutturate che pagano alti dividendi).

Naturalmente l'idea di finanziare lo zio Sam non mi fa impazzire, soprattutto alla luce della strisciante guerra commerciale che gli Stati Uniti stanno conducendo contro l'Unione Europea (non lo dico io, ma negli ultimi mesi ne hanno discusso nell'ordine il ministro dell'economia tedesco, il presidente francese e il ministro Giorgetti).

Tuttavia in caso di turbolenze economiche, avere in portafoglio buoni del tesoro americani che pagano interessi del 4,5% ha un suo perché (a proposito, questo è uno dei motivi della crisi di liquidità e dell'implosione che sta affliggendo molte piattaforme crypto di lending: perché devo depositare stablecoin o valute fiat su una piattaforma crypto per avere un 5% di interessi, quando posso avere le stesse condizioni da una delle controparti più affidabili al mondo?).

Inoltre nel momento in cui la Fed inizierà il suo ciclo di taglio dei tassi, quei buoni del tesoro acquisteranno enorme valore grazie al drastico calo dei rendimenti e si potranno rivendere anche prima della scadenza, generando così un'ottima plusvalenza.

Lo stesso discorso vale per l'oro e le azioni di società selezionate.

Ovviamente, come abbiamo detto in precedenza, non è detto che l'economia mondiale piombi in recessione e, in caso di atterraggio morbido, agli asset di cui sopra potremmo serenamente aggiungere un paniere di azioni "growth", magari selezionando un buon ETF (S&P 500 equal weight è perfetto per lo scopo).

E bitcoin?

Naturalmente in caso di grave recessione globale Bitcoin risentirà negativamente del contesto, così come tutti gli asset ciclici.
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2023-01-02 17:50:36 A mio avviso dunque, nei prossimi anni sentiremo parlare sempre con più insistenza di nuovi target d'inflazione più elevati (sulla stampa mainstream americana se ne discute già da mesi senza mezzi termini).

4. Bitcoin ha confermato la sua stretta correlazione con i mercati azionari, affondando insieme ai principali indici.

Questa dinamica si è messa in moto dall'inizio del 2020, quando il fiume di liquidità generato dalle banche centrali e l'hype generato attorno a Bitcoin, ha favorito l'ingresso di numerosi investitori istituzionali anche sul mercato delle criptovalute. Da qui la correlazione a cui assistiamo ormai senza soluzione di continuità da quasi 3 anni.

5. Dicotomia nella percezione di Bitcoin: paesi ricchi Vs paesi emergenti.

Il 2022 ha sancito una clamorosa dicotomia tra la percezione di Bitcoin e la sua tecnologia tra gli abitanti dei paesi ricchi, che lo percepiscono per lo più come un asset speculativo su cui generare profitti, e gli abitanti dei paesi in via di sviluppo che lo identificano come una soluzione al problema del "risparmio".

Qualche settimana fa ho letto un sondaggio molto interessante che riportava il seguente quesito:

"Immagina di vivere in un paese in via di sviluppo con un grave problema di svalutazione monetaria, quando decidi di vendere la tua casa, mantenere il valore ricavato in una forma liquida e stabile, per poi acquistare una casa diversa tra 2 anni. Quale asset scegli?"

La gamma di risposte è stata sorprendente. Molte partecipanti naturalmente vivono in paesi sviluppati e dunque non hanno capito il problema, rispondendo che avrebbero tranquillamente mantenuto il capitale in dollari (o Euro), quasi meravigliandosi del perché la domanda fosse stata posta.

Il problema ovviamente, è che molte persone nei paesi in via di sviluppo che non appartengono a una classe sociale medio-alta, hanno difficoltà ad aprire conti bancari in valuta estera. Anzi, in realtà molti di loro non hanno nemmeno conti bancari nazionali. E coloro che hanno conti bancari spesso non hanno facile accesso alle valute estere a tassi di cambio equi.

La realtà è che all'interno delle nazioni che hanno gravi problemi di svalutazione, spesso è difficile procurarsi dei dollari ed è possibile ottenerli solo a un tasso di cambio meno vantaggioso di quello reale.

Inoltre è rischioso conservarli nelle banche nazionali perché potrebbero essere confiscati e riconvertiti forzatamente nella valuta locale sotto la direzione del governo o della banca centrale.

Tornando al sondaggio, qualcuno ha anche scelto l'opzione dollari in contanti o lingotti d'oro, ma naturalmente non è un percorso consigliabile. Immaginate di vivere nel vostro appartamento in un paese in via di sviluppo, con una montagna di dollari o lingotti d'oro nascosta da qualche parte. Un incubo ogni qualvolta dovrete uscire di casa.

La realtà è che nel 2022 ci sono ancora vaste percentuali della popolazione mondiale per le quali il concetto di base di "risparmio" resta un'enorme sfida e che guardano con favore a Bitcoin e alla sua tecnologia, che ad esempio grazie al Lightning network consente di aver accesso a un sistema finanziario parallelo a quello ufficiale.

Tra gli esperimenti migliori del 2022, c'è senza dubbio quello di Jack Mallers che con la sua società Strike sta lavorando all'integrazione del Lightning network in numerose forme di pagamento, così da sfruttare anche i vantaggi delle stablecoin sul network Bitcoin.

A questo aggiungiamo anche il vantaggio di poter disporre dei propri capitali senza l'intermediazione del sistema bancario. Pensate alle difficoltà che fino a oggi hanno dovuto fronteggiare gli immigrati nelle rimesse mensili alle famiglie nei paesi d'origine o quelle persone che hanno dovuto affrontare un percorso di richiesta d'asilo politico, o magari semplicemente chi ha deciso di trasferirsi all'estero.

Oggi è possibile spostarsi con la massima flessibilità e aver accesso immediato alle proprie risorse finanziarie, senza l'intermediazione di un istituto di credito.
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2023-01-02 17:50:35 Bilancio del 2022 e prospettive per il 2023

Il 2022 è giunto al termine ed è tempo di bilanci. Se volessimo descriverlo con una frase, potremmo dire che da solo vale almeno un decennio in termini di importanza degli avvenimenti e delle dinamiche che lo hanno caratterizzato.

Ci sono stati cambiamenti globali nell'economia, nelle relazioni internazionali e nella politica interna di tutti i principali paesi.

Dal punto di vista geopolitico, abbiamo conosciuto meglio i “nostri alleati”, i “nemici” e noi stessi: chi vale cosa e chi è capace di cosa.

Sul fronte macroeconomico, 15 anni di Quantitative easing e tassi d'interesse a zero, con gli investitori che hanno metabolizzato la convinzione di avere sempre le "spalle coperte" dalle banche centrali, hanno prodotto l’era della cheap money.

L'inflazione però ha posto fine all'esegesi del denaro a buon mercato, con le principali banche centrali che hanno avviato uno dei cicli monetari più restrittivi degli ultimi 50 anni, lasciando i mercati "dopati" improvvisamente a secco di liquidità, (l'indice Nasdaq ad esempio ha realizzato una performance YTD del -30%).

Ed è proprio per questo motivo che assistiamo alla scena di mercati finanziari e investitori che elemosinano un "pivot" della Fed, così da tornare ai fasti del decennio passato.

In un simile scenario, ripercorriamo velocemente le principali lezioni apprese del 2022.

1. L’epoca dell’up-only è finita.

Il 2022 è stato uno degli anni più brutali sui mercati finanziari, che ha prodotto innumerevoli "vittime".

Pensate a quanti “Wolf of Wall Street” de noantri sono cresciuti conoscendo solo il contesto macro degli ultimi 15 anni, che ha favorito rialzi unidirezionali sui mercati azionari e obbligazionari.

O, peggio, solamente il biennio d'oro 2020-21 quando molte persone hanno lasciato il lavoro e si sono trasferite negli Emirati Arabi nella convinzione di aver trovato l'eldorado nel trading di azioni e criptovalute o nella costituzione di start up del settore crypto, il cui unico scopo era quello di realizzare un token e generare hype sul progetto, per poi monetizzare sulle spalle degli investitori retails, nel più classico esempio di signoraggio della blockchain che ha caratterizzato la stagione delle ICO prima e della DeFi/NFT/Metaverse poi.

Purtroppo per loro, il 2022 ha impartito una lezione molto dura e infatti stiamo assistendo al contro esodo dei suddetti fenomeni, che tornano a casa e al vecchio lavoro con la coda tra le gambe (lavoro che forse perderanno tra qualche mese a causa della recessione economica).

2. Fine della globalizzazione.

L'epoca del denaro a buon mercato è prosperata sulla globalizzazione, che ha consentito di interconnettere tutte le principali economie mondiali, abbattendo i costi di produzione e logistica. Ciò ha mantenuto l'offerta in linea con l'espansione della domanda prodotta dalla continua iniezione di denaro nel sistema finanziario, evitando che l'inflazione superasse il livello target delle banche centrali (anche se qui dovremmo aprire il capitolo "panieri CPI", ma non è questo il contesto).

Una volta che il covid prima e la guerra in Ucraina con le relative tensioni geopolitiche poi hanno inceppato il meccanismo, si è creata una strozzatura clamorosa nelle supply chain mondiali penalizzando il lato offerta, proprio nel momento di massima espansione monetaria del biennio 20-21 e conseguente esplosione della domanda. La conseguenza è stata l'inflazione fuori controllo.

3. Le banche centrali saranno costrette quasi sicuramente ad alzare il target di inflazione del 2%.

Nel 2023 quasi certamente assisteremo a un calo significativo dell'inflazione, ma il problema si ripresenterà nel momento in cui le banche centrali invertiranno nuovamente la tendenza verso una politica monetaria espansiva, per dare ossigeno alle economie mondiali in forte sofferenza a causa del ciclo restrittivo attuale.

Il nuovo contesto macro e geopolitico che si è determinato nel 2022, rischia di riprodurre lo stesso effetto anche in futuro, regalandoci nuove fiammate inflattive.
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2022-12-15 16:02:05 Mentre dal punto di vista del trading di breve, l’andamento dei prezzi sarà direttamente influenzato dall’andamento dei mercati azionari americani e nel caso di ulteriori turbolenze sui principali indici, c'è la possibilità che Bitcoin perda il supporto locale a $17500.

L'indice di BTC dominance in aumento, indica che tendenzialmente la liquidità sta lasciando le alts in favore di Bitcoin.

Tuttavia a mio avviso c’è ancora margine per ulteriori rialzi nelle prossime settimane, infatti la seconda metà di dicembre è ottima dal punto di vista della stagionalità sui mercati azionari (il famigerato rally natalizio).

Ma se tali considerazioni valgono per l’azionario, il mercato crypto è soggetto anche ad altre pressioni che potrebbero zavorrare ulteriormente le performance.

Il Fud più recente è quello relativo a Binance, dopo che la Reuters ha rilanciato nuovamente vecchie accuse contro l’exchange, alimentando l’ansia in un mercato già provato dal crack di FTX.

Ciò ha innescato una corsa ai prelievi da Binance, anche se da ieri la situazione si è normalizzata.

Badate bene, mi sono riferito al caso Binance con il termine Fud perché ritengo che in questo caso sia esclusivamente una manovra deliberata tesa a destabilizzare ulteriormente il settore.

Quando a inizio novembre circolavano le prime indiscrezioni su FTX, dopo aver esaminato i dati sono stato tra i primi a lanciare l’allarme su tutti i miei social già diversi giorni prima del blocco dei prelievi e a tal proposito sono felice di aver aiutato molte persone a salvaguardare i propri fondi.

Ma la situazione su Binance è completamente diversa, è sufficiente analizzare i dati onchain per capirlo.

Binance è stata sempre trasparente sui cold wallet dove custodisce le riserve, al contrario di FTX che non aveva mai reso disponibili questi dati.

Inoltre, la presunta "bank run" che secondo alcuni gallinacci che da giorni diffondono Fud starebbe piegando Binance, in realtà è semplicemente un’attività di prelievi intensa e inusuale ma che non sta minimamente intaccando le riserve della piattaforma (ricordo invece che a inizio novembre avevo pubblicato un post sul gruppo Facebook, che dimostrava come il 90% delle riserve di stablecoin su FTX fossero ormai evaporate).

Detto questo, posto che le nostre crypto andrebbero sempre custodite su un cold wallet, continuo a ritenere Binance un’ottima piattaforma cosi come Kraken, Coinbase, Bitget e Bitfinex.

Alla luce delle numerose novità che hanno caratterizzato le ultime settimane, prima di Natale cercherò di organizzare una diretta dove faremo il punto della situazione e discuteremo delle prospettive per il 2023.

A proposito di Natale, da oggi fino al 31 dicembre è possibile abbonarsi al Circolo degli Investitori sfruttando i prezzi attuali e gli sconti del 20% sugli abbonamenti annuali.

Dal 1 gennaio ci sarà un aumento di tutti gli abbonamenti mensili e annuali, dato che oltre a tutto il materiale attualmente presente inseriremo due nuovi video corsi: “Analisi tecnica moderna” e “Investire nel Forex”.
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