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Analisi dei mercati 28.05.22 Chiudiamo la settimana con alcu | Bitcoin Facile

Analisi dei mercati 28.05.22

Chiudiamo la settimana con alcune riflessioni sulle prospettive dei mercati e sulle azioni della Fed.

Abbiamo detto più volte come la banca centrale degli Stati Uniti stia affrontando un problema che non ha una soluzione indolore.

Da un lato c'è l'inflazione record che continua a mordere sul paese, con i prezzi dell'energia e delle materie prime alle stelle, e dall'altro l'economia interna avviata verso una recessione.

Il combinato disposto tra inflazione e recessione, crea una situazione di stagflazione.

Qualcosa di simile accadde negli Stati Uniti all'inizio degli anni '80 e all' epoca l'amministrazione Regan con la Fed riuscì a invertire la tendenza.

Prima ci fu un aumento dei tassi d'interesse al 19% per contrastare l'inflazione, poi una corposa riduzione della pressione fiscale per rilanciare l'economia.

Oggi purtroppo non è possibile utilizzare la stessa ricetta.

L'attuale debito pubblico degli Stati Uniti è di circa 30.000 miliardi di dollari, dunque anche un Fed fund rate del 5% sarebbe insostenibile.

Ma c'è da considerare anche l'enorme debito delle famiglie e dei consumatori.

Secondo la banca centrale, a marzo 2022 il debito privato è cresciuto del 14%.

Solo i debiti scaduti ammontano a $ 4.500 miliardi e se aggiungiamo i debiti ipotecari, l'importo totale del debito degli americani è di $ 15.800 miliardi.

La cosa più preoccupante è che molte persone stanno attivamente prendendo nuovi prestiti per saldare quelli vecchi.

Sempre secondo la Fed, il 70% degli adulti statunitensi contrae nuovi debiti per saldare i vecchi.

In tale contesto, un eccessivo rialzo dei tassi d'interesse farebbe crollare l'intero sistema sotto l'onere del debito.

Non è percorribile neanche la strada del taglio delle tasse: da dove verranno i soldi per finanziare lo stato sociale?

Per non parlare delle altre spese contingenti, come ad esempio le decine di miliardi di dollari in armamenti inviati in Ucraina.

Ricordiamo che a novembre ci saranno le elezioni mid term e Biden ha davvero poche possibilità di condurre alla vittoria il partito democratico.

Crisi economica, prezzi record delle fonti energetiche, inflazione record e prezzi in aumento su tutti i fronti, per chiudere con il mercato azionario a picco.

E contrariamente a ciò che avviene in Italia e in Europa, oltre la metà degli americani investe attivamente sul mercato azionario, che sta affrontando il peggior primo semestre dal 1970.

In un simile scenario, i repubblicani possono vincere a mani basse.

Consideriamo anche che le richieste di dimissioni per Biden continuano ad aumentare. L'ex medico della Casa Bianca e attuale membro del Congresso Ronnie Jackson sta già preparando il terreno, sostenendo che le capacità cognitive di Biden sono deteriorate e rappresentano un "problema di sicurezza nazionale".

Che possibilità hanno i Democratici per evitare uno scenario del genere?

Mettere un freno alla Fed e non andare oltre i parametri già annunciati (e magari rivederli al ribasso).

I mercati finanziari, che hanno già scontato in maniera drammatica la dura retorica della Fed, ragionevolmente torneranno a salire.

L'economia reale ovviamente non trarrà nessun beneficio dalla situazione, ma sappiamo bene che l'andamento dell'economia reale è irrilevante per i mercati azionari.

Le misure più dure dunque, potrebbero essere procrastinate a dopo le elezioni di novembre '22, in modo da recuperare almeno quella parte dell'elettorato dubbioso.

Le banche centrali stanno giocando un gioco pericoloso.

Non avendo altra strada per normalizzare l'inflazione, hanno intrapreso la via della riduzione aggressiva della domanda aggregata. E l'unico modo per ridurre la domanda aggregata di un paese, è quello di metterne in crisi l'economia.