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Analisi dei mercati 22.11.22 L’ultima settimana sui mercati t | Bitcoin Facile

Analisi dei mercati 22.11.22

L’ultima settimana sui mercati tradizionali è stata caratterizzata da una fase di bassa volatilità, dopo che si è materializzato il rally post elezioni di medio termine che avevamo ipotizzato.

Le dichiarazioni contraddittorie di alcuni membri del Federal Open Market Committee hanno raffreddato gli entusiasmi, contribuendo allo storno.

Addirittura Bullard (presidente della Fed di St Louis) è arrivato a ipotizzare il terminal rate dei Fed funds al 7%, prima che le dichiarazioni di altri suoi colleghi ribadissero la necessità di estrema cautela per evitare che una eccessiva stretta monetaria faccia piombare l’economia in recessione.

Storia diversa sul mercato delle criptovalute, che invece sta vivendo una fase di altissima tensione e volatilità.

L’ultima notizia che ha destabilizzato il settore, e quella relativa alla piattaforma istituzionale Genesis che sta cercando attivamente un finanziamento da centinaia di milioni di dollari in seguito alla crisi di liquidità seguita al collasso di FTX.

Vista anche la portata degli attori in gioco, credo che alla fine l’importo sarà trovato evitando così il fallimento di Genesis.

In caso contrario prepariamoci ad altre giornate di passione.

Capitalizzazione di mercato $789 miliardi, indice di BTC dominance 39%.

Un altro elemento che ha contribuito a raffreddare l’entusiasmo sui mercati azionari, è quello relativo all’aggravarsi della situazione coronavirus in Cina.

In tale contesto, ulteriori inasprimenti e lockdown derivanti dalla policy zero covid causerebbero nuove interruzioni nelle supply chain, aumentando così il rischio di una nuova ondata inflazionistica.

Ieri abbiamo assistito a un classico esempio di manipolazione delle informazioni sul mercato petrolifero: in mattinata è stato pubblicato un articolo su Wall Street Journal ,che sosteneva come l’Arabia Saudita e altri membri dell’OPEC stessero valutando l’aumento della produzione di petrolio ed erano pronte a discuterne nel meeting di dicembre.

Dopo circa mezza giornata invece è arrivata la smentita dei diretti interessati.

Inutile evidenziare come in una sola sessione il prezzo al barile del petrolio abbia registrato uno swing superiore a 6 dollari, sfiorando una variazione percentuale intraday in doppia cifra.

E se le manipolazioni sono possibili a tali livelli, immaginate cosa sta accadendo sul mercato delle criptovalute.

Da giorni ormai assistiamo a rumors di insolvenze e fallimenti, rilanciati aggressivamente senza una verifica preliminare delle fonti.

Fate attenzione a non cadere in queste trappole e seguite sempre e solo fonti qualificate. Ad esempio su tutti i nostri social, dal gruppo Facebook a Instagram, non pubblichiamo mai rumors senza una verifica preliminare delle fonti e delle prove.

Sul fronte crypto, Bitcoin ha aggiornato leggermente il minimo del 10 novembre a 15.460 dollari e al momento sta tentando di tornare e consolidarsi sopra la soglia dei $16K.

Abbiamo già visto in apertura come la fonte principale delle attuali tensioni sia il rischio insolvenza di Genesis.

La notizia in realtà era già emersa subito dopo il crack di FTX, ma ciò che preoccupa è il rifiuto di Binance di entrare nell’accordo per fornire la liquidità necessaria.

Consideriamo che Genesis è una controllata del Digital Currency Group, che tra le altre possiede anche il fondo Grayscale il quale ha un AUM di 630.000 BTC.

Questo è il motivo per cui il mercato sta reagendo in maniera decisamente scomposta.

Ci sono anche novità sull’attacco hacker subito da FTX (a tal proposito ci sono sempre maggiori evidenze che sia stato un lavoro fatto dall’interno).

L’entità dietro l’attacco sta vendendo sul mercato l’enorme quantità di ETH che aveva a disposizione dopo il furto dai wallet di FTX, in cambio di renBTC (la versione ERC 20 di Bitcoin), nel tentativo di ripulire i fondi attraverso l’utilizzo di bridge e mixer.

Questo naturalmente sta mettendo una notevole pressione sulla seconda valuta del marketcap, contribuendo a destabilizzare un settore già estremamente provato.