Get Mystery Box with random crypto!

Tuttavia non dobbiamo escludere l’eventualità discussa in prec | Bitcoin Facile

Tuttavia non dobbiamo escludere l’eventualità discussa in precedenza di un atterraggio morbido per l’economia (soprattutto per quella americana) che favorirà risultati decisamente più soddisfacenti per azioni e criptovalute.

Inoltre dobbiamo considerare anche l’eventualità che la correlazione tra indici azionari e Bitcoin presto o tardi si ridurrà sensibilmente (in stile 2019 per intenderci, quando la principale criptovaluta aveva una correlazione diretta con l’oro e non con l’azionario).

Naturalmente è un processo che richiederà molto tempo, ma va valutato.

In ogni modo il consenso tra gli investitori per il 2023 è di un mercato crypto piatto con volumi e volatilità in calo, a causa della mancanza di interesse e di nuovi capitali sul mercato.

In sintesi la classica fase 3 di un bear market caratterizzata da mancanza d’interesse di nuovi attori e dalla "depressione" degli attuali partecipanti (in questa live di giugno 2022 ho analizzato le 3 fasi di un mercato ribassista), che però è propedeutica ad accumulare e costruire solide posizioni in ottica del prossimo ciclo al rialzo.

In questa fase, sarà opportuno concentrarsi esclusivamente su BTC e poche top altcoins come ETH e BNB, oltre a poche altre alts accuratamente selezionate grazie a un attento lavoro di due diligence.

In tale ambito, voglio sottolineare questa ricerca pubblicata pochi giorni fa a proposito di come i cosiddetti boomers abbiano realizzato profitti migliori rispetto alla generazione dei millennials, grazie al fatto che i primi hanno appunto applicato rigide procedure di due diligence (studio del progetto, tokenomics, etc), mentre i secondi sono stati influenzati dall’hype e dal marketing.

In realtà la cosa non mi stupisce affatto, considerato anche che negli ultimi anni spesso sono stato definito boomer da persone più giovani, quando criticavo l’ennesima shitcoin apparsa sul mercato (al massimo avrebbero potuto definirmi "X" dato che la mia generazione è la X e baby boomers é quella dei miei genitori, ma questo dimostra il livello di scolarizzazione dell’utente medio sui social).

Tornando al consenso sul 2023, tendenzialmente sono d’accordo con questa lettura anche se è bene valutare tutte le opzioni sul tavolo discusse in precedenza.

E soprattutto non dobbiamo dimenticare come anche i bear market possano regalare dei relief rally nell’ordine del +100% (e anche oltre, 2019 docet).

L’ultimo aspetto da segnalare è relativo alle criticità della società di lending Genesis, legata al Digital Currency Group (DCG) a cui fa capo anche il fondo Grayscale.

Sappiamo che tra le vittime del crack FTX c’è appunto anche Genesis, che da metà novembre ha sospeso i prelievi impattando negativamente anche su altri exchange partner (ad esempio il programma Earn di Gemini si appoggiava proprio a Genesis).

Inutile sottolineare che l’eventuale fallimento di Genesis metterebbe seriamente a rischio anche la DCG e il Grayscale Trust, la cui insolvenza causerebbe un tale uragano da far sembrare il crack FTX una semplice pioggia tropicale.

Al momento non ci sono elementi che lasciano intendere dei risvolti così nefasti, ma è un’eventualità che a oggi non si può escludere totalmente.

Prima di concludere, voglio ripercorrere i principali take away del 2022 sul mercato crypto:

- Non esistono monete o blockchain eterne e insostituibili (ad eccezione di Bitcoin, unico network realmente decentralizzato). Ricordo che 3 monete che a maggio 2022 erano in top 20 del market cap sono state spazzate via (LUNA, UST, FTT) e altri network presunti killer di altri progetti hanno perso il 95% del valore (andare alla voce Solana).

- Dall’inizio del 2022, la capitalizzazione di mercato è passata da $2240 miliardi agli attuali $750, i volumi di scambio sui CEX sono scesi del 64% (ai DEX è andata anche peggio -70%), le richieste relative alle criptovalute sui motori di ricerca sono scese dell’80% e i click sui principali media online del settore sono scesi del 50% (Cointelegraph, il più rappresentativo, ha registrato un calo di visite da 20 a 9,9 milioni di utenti mensili).