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Analisi dei mercati del 04/02/23 La settimana appena conclus | Bitcoin Facile

Analisi dei mercati del 04/02/23

La settimana appena conclusa ha convalidato la tesi che avevamo esposto nell’ultima analisi. Il rialzo di Bitcoin e del settore crypto è molto più di un relief rally all’interno di un trend ribassista, ma sta gettando le basi per un’inversione della tendenza di medio lungo termine.

Al momento della pubblicazione, Bitcoin è scambiato a circa 23.500 dollari.

Capitalizzazione di mercato $1080 miliardi, indice di BTC dominance 41,7%

Ieri i mercati azionari hanno chiuso la settimana al ribasso (l’indice S&P 500 ha registrato il -1%), dopo aver realizzato dei guadagni percentuali notevoli nel mese di gennaio e nei primi giorni di febbraio.

L'indice del dollaro, di converso, è rimbalzato a 102,8 punti dopo aver testato il supporto chiave a 100 punti e il rendimento dei treasury decennali a 10 anni è tornato sopra il 3,5%.

Lo scenario è mutato radicalmente tra giovedì e venerdì, quando l’estremo ottimismo che aveva spinto gli indici azionari mondiali su dei livelli inaspettati solo poche settimane fa, è stato smorzato dai pessimi rapporti trimestrali delle big tech (Apple ha registrato il primo calo nelle vendite di iPhone dal 2016 e anche Google e Amazon hanno deluso le aspettative) e dai dati sul mercato del lavoro statunitense, che ha registrato un tasso di disoccupazione sui minimi degli ultimi 40 anni.

Ciò ha alimentato nuovamente i due principali timori che hanno attanagliato il mercato nel 2022: inflazione e recessione.

Con un mercato del lavoro così forte infatti, aumentano le probabilità che la Fed aumenti il terminal rate dei fed funds oltre il 5%, amplificando la stretta monetaria su un’economia sì resiliente ma ormai sotto pressione da quasi un anno.

E questo chiaramente fa aumentare il rischio di una recessione, che andrà a gravare ulteriormente sugli utili delle società di Wall street già in declino, come dimostrano le trimestrali di cui sopra.

In ogni modo, finora tutto rientra nel quadro di una leggera correzione dopo l’imponente rally di gennaio: l'S&P 500 è rimasto sopra 4100 punti e dall’analisi dei dati sul mercato dei derivati, l’aumento dello strike price sulle opzioni call con scadenza al 17 febbraio suggerisce che i rialzisti hanno ancora delle munizioni da sparare.

A questo va aggiunto l’inizio della stagione dei buybacks, con le società che hanno a disposizione centinaia di miliardi per i riacquisti delle proprie azioni (come ha dimostrato plasticamente ieri Apple, unica big tech in rialzo durante la correzione del Nasdaq nonostante il pessimo report trimestrale).

Tuttavia non va sottovalutato il sentiment del mercato decisamente troppo ottimista, con il greed and fear index in territorio di estrema avidità. È da questi livelli generalmente i rendimenti futuri a medio termine non sono mai significativi (per non dire altro).

Anche un probabile rimbalzo dell'indice del dollaro non è un buon segnale per il mercato azionario.

Alla luce di una situazione così articolata, è opportuno agire con prudenza e ponderare attentamente ogni singola mossa. Le montagne russe di ieri sul Nasdaq sono abbastanza indicative in tal senso.

Sul fronte crypto, Bitcoin prosegue nel suo consolidamento nella regione $23K dopo il rally imponente che ha caratterizzato il mese di gennaio.

La volatilità è ai minimi e il trading range di breve sembra confermato tra 22.500 e 24.000 dollari.

Il 2023 sta confermando alcuni scenari che avevamo teorizzato nelle ultime analisi dello scorso anno.

In primis, c’è la conferma del ritorno di un’alta correlazione tra oro e Bitcoin, dopo che nel biennio 20/21 i destini dei due asset sembravano ormai divisi.

In secondo luogo, è dimostrato che senza il crack di FTX a novembre 2022 oggi Bitcoin sarebbe con sicurezza sopra i 30.000 dollari.

E per dimostrare questa tesi, abbiamo effettuato un’interessante analisi comparativa tra oro e Bitcoin sul gruppo di discussione Bitcoin 3X.