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Analisi dei mercati del 11.02.23 E alla fine la correzione s | Bitcoin Facile

Analisi dei mercati del 11.02.23

E alla fine la correzione sul mercato delle criptovalute è arrivata, favorita anche da uno shake-out micidiale sull’azionario che ad esempio tra mercoledì e giovedì ha visto Google registrare il peggior ribasso dai tempi del crack della Lehman Brothers (calo esasperato dal fallimento dell’integrazione del chat bot AI Bard sul motore di ricerca Google, che resta così indietro alla concorrenza del noto chat GPT).

Bitcoin ha perso il supporto locale in area $22.300 ed è sceso a testare il pivot point nella regione $21K ($21.500/$20.800).

Mantenere il suddetto livello lascia integra la struttura tecnica di breve e confermerà che calo in corso è solo un semplice pullback, mentre rompere anche questo supporto chiave farà entrare Bitcoin nel territorio di correzione.

E in quest’ultimo caso si metterà davvero male per i LIFO (last in, first out) o dumb money che dir si voglia, che tra i target di novembre 2022 a $10K e poi l’attesa di conferma dell’inversione del trend a gennaio, hanno iniziato a posizionarsi non prima dei 21.000 dollari.

E in caso di correzione profonda saranno costretti a esibirsi nella loro performance migliore: comprare alto e vendere basso.

Capitalizzazione di mercato $1011 miliardi, indice di BTC dominance 41,4%

Ieri i mercati azionari hanno avuto un andamento erratico, con il Nasdaq in calo dello 0,61% e l’S&P 500 in rialzo dello 0,22% per chiudere a 4090 punti.

L'indice del dollaro ha ripreso vigore dopo il calo senza soluzione di continuità dai massimi di ottobre 2022 e i rendimenti obbligazionari sono tornati a salire dopo che la narrativa di una nuova ondata inflazionistica si sta facendo strada tra gli analisti.

Questo nonostante Powell nella conferenza stampa di martedì abbia confermato la sua lettura di una tendenza disinflazionistica nel corso del 2023, anche se non ha escluso che il mercato del lavoro in ottima salute potrebbe render necessario un aumento del terminal rate dei fed funds.

A tal proposito, ormai è probabile che la Fed alzerà i tassi d’interesse sopra il 5%, ma il vero punto interrogativo adesso è quanto a lungo li manterrà su questi livelli.

Secondo il Federal Open Market Committee per tutto il 2023, ma stando alle dichiarazioni del segretario al tesoro Yellen la situazione potrebbe mutare presto. Infatti gli Stati Uniti non possono permettersi una crisi del debito e una crisi di liquidità sul mercato dei treasury.

In ogni modo, quanto sopra ha influito negativamente in borsa: l'S&P 500 ha infatti perso il supporto a 4100, anche se non si è allontanato molto da esso.

Penso che prima del 14 febbraio (rilascio dei dati sull'inflazione al consumo di gennaio negli USA) non ci saranno forti movimenti, ma la prossima settimana sarà senza dubbio caratterizzata da volatilità estrema a causa proprio del CPI USA e dell’Opex del 17 febbraio.

A proposito di opzioni, fino alla scadenza del 17 il range di scambio S&P 500 ragionevolmente sarà compreso tra la resistenza 4100p/4150 punti e il supporto a 4000 punti (absolute gamma strike).

Sul fronte crypto, abbiamo già visto come Bitcoin abbia perso dei supporti importanti e si sia avvicinato al pivot point che determina se la principale criptovaluta entrerà in territorio di correzione o si limiterà a un severo pullback.

Anche la capitalizzazione di mercato si è avvicinata all’importante livello psicologico di $1000 miliardi.

Dopo l'estrema crescita di gennaio uno storno era ampiamente prevedibile.

Il processo è stato accelerato dal divieto di staking negli Stati Uniti dopo che la Sec ha obbligato l’exchange Kraken a interrompere il suo programma di lending.

E dato che il chairman della SEC sta sollecitando direttamente altre piattaforme a prestare attenzione all’accordo con Kraken, questi timori possono essere giustificati.

In ogni caso nulla di drammatico a mio avviso, per lo staking infatti ci sono i Dex e la DeFi e non abbiamo bisogno di piattaforme centralizzate.