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Nel 2022 la retribuzione oraria media è aumentata modestamente | Vantaggio Sleale - Investing e Trading

Nel 2022 la retribuzione oraria media è aumentata modestamente, ma non ha tenuto il passo con l'elevato tasso di inflazione. Motivo questo che potrebbe far scattare rivendicazioni salariali decisamente più elevate nel corso del 2023.
 
In che modo gli investitori dovrebbero valutare lo stato dell'economia oggi e cosa dovrebbero aspettarsi? La FED ha più volte chiarito che il suo primo obiettivo è ridurre l'inflazione, anche se riteniamo che difficilmente l’obiettivo del 2% possa essere raggiunto prima della fine del 2024. Ma la sua strategia sembra cambiata. Nel marzo 2022, ha alzato il tasso di interesse primario che controlla il tasso sui fondi federali, per la prima volta dal 2018. Ma la FED ha anche concluso il suo programma di acquisto di obbligazioni e ha iniziato a ridurre le sue riserve.
 
L'economia USA è in grado di resistere? La questione chiave diventa se l'atteggiamento aggressivo della FED le consente di affrontare con successo la minaccia dell'inflazione, guidando l'economia verso un atterraggio morbido e quindi evitare la recessione.
 
Sembra probabile che l'economia possa rimanere fuori da una recessione, ma crediamo che la crescita del PIL reale sarà relativamente piatta. Potrebbe essere quella che gli economisti chiamiamo una “recessione della crescita”, in cui vediamo un'economia in lenta evoluzione e una sostanziale stabilità del mercato del lavoro.
 
Un altro fattore chiave da tenere d'occhio è l'impatto ritardato degli aumenti dei tassi della FED. Stimiamo che ci sia un intervallo di 12 mesi circa tra il momento in cui la FED aumenta i tassi di interesse a breve termine e il momento in cui i cambiamenti si avvertono nell'economia. Considerata l’enorme massa di liquidità iniettata nel sistema e i tassi tenuti bassi per lungo tempo, crediamo che l'impatto possa essere visibile in modi diversi. I consumatori che non possono aumentare il proprio reddito ad un aumento dei cisti saranno quelli colpiti più direttamente: potrebbero infatti essere meno propensi a fare acquisti importanti che richiedono finanziamenti, come case e automobili. Ma d'altra parte, le aziende potrebbero non essere così direttamente interessate ad un aumento dei tassi, visto che molte di loro hanno emesso obbligazioni con scadenza a 3-5 anni prima che i tassi salissero e quindi potrebbero essere in grado di superare l'attuale contesto di tassi senza cercare ulteriori finanziamenti più costosi.
 
E quindi gli investimenti? I rendimenti obbligazionari si sono stabilizzati dopo che sono emerse questioni relative al settore finanziario, ma i tassi di interesse rimangono elevati rispetto a un anno fa, il che potrebbe continuare a esercitare pressioni sui mercati azionari. Gli investitori potrebbero quindi essere meno disposti a comprare azioni in questa situazione. Il risultato appare comunque una maggiore volatilità che potrebbe persistere per qualche tempo.
 
Tra l’altro non è remota la possibilità che ci possa essere una revisione al ribasso degli utili societari rispetto alle proiezioni attuali, che rifletta l'impatto del rallentamento dell'attività economica e dei costi di indebitamento più elevati per le società. Se in qualche modo la fine degli aumenti dei tassi sembra avvicinarsi crediamo che gli investitori guarderanno sempre di più agli utili societari.
 
Il possibile downgrade delle stime degli utili siamo convinti che possano essere una delle ragioni per una prospettiva cauta a breve termine per le azioni.