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Nella migliore delle ipotesi, crediamo che USA vedranno probab | Vantaggio Sleale - Investing e Trading

Nella migliore delle ipotesi, crediamo che USA vedranno probabilmente un atterraggio morbido con una crescita bassa/lenta nel 2023 prima di riprendere nel 2024. Tuttavia, uno scenario al ribasso è una possibilità reale e potrebbe vedere gli Stati Uniti entrare in una recessione prolungata che durerà a lungo nel 2024, come attualmente previsto per Regno Unito e Germania.
 
Se la chiave è l’inflazione, quali sono i fattori che potrebbero non consentire una sua discesa, visto che comunque la FED si dimostra proattiva nell'innalzare i tassi di interesse in risposta all'inflazione?
 
Intanto i problemi geopolitici. Le continue turbolenze geopolitiche in Europa a causa dell’invasione della Russia in Ucraina, ma anche i mai sopiti problema tra la Cina e Taiwan, potrebbero continuare a interrompere la normalizzazione delle catene di approvvigionamento e creare una domanda in eccesso, spingendo i prezzi verso l'alto.
 
Non dimentichiamo la carenza di offerta di manodopera. E’ ormai noto e chiaro a tutti che ci sono problemi strutturali nel mercato del lavoro, che hanno incluso l'inattività e la malattia a lungo termine e che hanno portato a carenze di competenze. Sebbene questo riduce il rischio che una disoccupazione diffusa sia innescata da una recessione (l’una sia causa ed effetto dell’altra), continua ad esercitare una pressione al rialzo sui salari (soprattutto perché quelli reali continuano a diminuire), che potrebbe creare ulteriore inflazione.
 
La rapidità con cui i salari reali torneranno a crescere è fondamentale per le prospettive economiche e un fattore chiave della spesa dei consumatori. Gli individui hanno visto un calo dei salari reali nel 2022 e, di conseguenza, hanno iniziato a sentirsi meno benestanti. Ciò è ulteriormente aggravato dalla riduzione dei risparmi accumulati durante la pandemia. In uno scenario di atterraggio morbido, i salari reali dovrebbero crescere nuovamente entro l'inizio del 2024. Ma questo non è ancora del tutto scontato.
 
Se ciò non dovesse accadere, ci sarà un impatto a catena sui consumi, con una scarsa fiducia che indurrà le famiglie a scegliere di preservare i risparmi e ridurre i consumi. La riduzione dei consumi, in particolare nei gruppi ad alto reddito che costituiscono una percentuale significativa della spesa complessiva dei consumatori, avrà probabilmente un impatto significativo sulle prospettive e potrebbe potenzialmente far precipitare l'economia in recessione.
 
Teniamo a ribadire ancora una volta che anche se l'inflazione continua a rallentare, non si invertirà del tutto (ci sarà disinflazione e non deflazione). La riduzione dell'inflazione non significa che i prezzi scenderanno, ma solo che aumenteranno meno velocemente.
 
Riteniamo che dopo un ulteriore aumento di 25 bp il mese prossimo, che aumenterebbe il tasso di riferimento a circa il 5,1% (il punto più alto in 16 anni) la FED possa interrompere gli aumenti, ma è probabile che lascerà il tasso chiave elevato fino a tutto il 2023.
 
Per quanto riguarda gli investimenti, ribadiamo i concetti espressi più volte. Per quanto riguarda le obbligazioni, con rendimenti reali che si apprestano a diventare positivi, riteniamo sempre meno necessario per gli investitori assumere rischi di credito più elevati, come per esempio l’high yield, per cercare rendimento. E’ infatti possibile optare per obbligazioni di migliore qualità, ottenendo un rendimento decente. Per quanto riguarda le azioni, crediamo che nella parte rimanente del 2023 gli investitori si concentreranno sempre più sulle prospettive degli utili e in particolare sulla loro resilienza a fronte del forte rallentamento dell’attività economica e delle pressioni inflazionistiche. Crediamo quindi che sia ragionevole per gli investitori mantenere una strategia orientata verso i titoli di qualità ed a elevato cashflow.


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