Get Mystery Box with random crypto!

Vista l’accelerazione del PIL, come sta andando l’economia Cin | Vantaggio Sleale - Investing e Trading

Vista l’accelerazione del PIL, come sta andando l’economia Cinese e vale la pena investire in Cina? Procediamo con ordine e cominciamo con l’economia. Ad inizio marzo, il governo cinese ha fissato un obiettivo di crescita del PIL del 5% per il 2023. Crescita che molti analisti considerano moderata, soprattutto dopo quella bassa del 2022 (+3%) e minore dagli anni ’70 e un'attività economica più forte del previsto quest'anno (il PIL del 1Q23 ne è un esempio).
 
A metà marzo, nel suo primo briefing con i media come premier, Li Qiang ha sostenuto che non sarà facile raggiungere l'obiettivo di crescita del 5%, considerato che il PIL cinese ha superato US 17,8 trilioni (per dare un’idea della dimensione, ricordiamo che il PIL USA è pari a US 20,3 trilioni) l'anno scorso, che è una base piuttosto elevata. Ma soprattutto il 5% di crescita deve essere inquadrato all’interno di prospettive economiche globali per nulla promettenti.
 
Diversi analisti considerano tuttavia l'obiettivo di crescita della Cina moderato, poiché è probabile che la seconda economia più grande del mondo cresca più velocemente del 5% quest'anno. Il paese ha registrato una crescita del PIL del 3% nel 2022, il secondo tasso più basso in oltre quattro decenni, quale effetto congiunto delle interruzioni dovute alla pandemia, della crisi del mercato immobiliare e dell'indebolimento della domanda di esportazioni, che hanno pesato sulla crescita.
 
Nel primo trimestre, come abbiamo visto, l'economia ha mostrando forti segnali di ripresa grazie soprattutto ad un aumento della spesa dei consumatori e della stabilizzazione dei prezzi delle nuove case, a conferma che le misure del governo per sostenere il settore immobiliare in difficoltà cominciano ad evidenziare positivi effetti in alcune città. Diversi economisti hanno rivisto al rialzo le loro stime di crescita del PIL nel 2023, con alcuni di loro che prevedono un tasso fino al 5,8%. UBS, per esempio, ha alzato le sue previsioni per il 2023 dal 4,9% al 5,4%, mentre Morgan Stanley ha previsto una crescita del 5,7%.
 
Siamo convinti che l'obiettivo di crescita del PIL del governo sia relativamente prudente, ma riteniamo molto pragmatico al fine di garantire una sana ripresa economica dopo gli schock dello scorso anno causati dal Covid. Crescita, che non appare nemmeno essere sostenuta da nessun massiccio programma di stimoli. Il che non significa che l'economia cinese non sia destinata ad affrontare ancora numerosi ostacoli. Motivo questo perché preferiamo essere prudenti riguardo al ritmo della ripresa di quest'anno.
 
Per quanto riguarda l'occupazione, il rapporto di lavoro del precedente governo di Li Keqiang prevedeva la creazione di circa 12 milioni di posti di lavoro per il 2023, mentre il governo attuale è meno ottimista prevedendo circa 1 milioni di posti di lavoro in meno. Non è escluso che se l'occupazione nella prima metà del 2023 dovesse risultare significativamente peggiore rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, il governo pompi ulteriori stimoli nell'economia per stimolarne la crescita.
 
La domanda diventa allora quali sono i driver della crescita economica nel 2023 e probabilmente nel 2024? Siamo convinti che il principale motore di crescita nei prossimi due anni saranno i consumi interni e gli investimenti manifatturieri e nelle infrastrutture. Le esportazioni saranno invece rallentate dalla minore crescita USA e UE, perlomeno nel 2023. Il settore finanziario attirerà più afflussi e investimenti diretti esteri in un RMB più forte e, crediamo, mercati finanziari migliori.
 
L'economia Cinese, al pari di tutte le altre economie mondiali, è anch’essa alle prese con diverse tipologie di rischi: come ricostruire la fiducia del mercato e riparare i bilanci delle famiglie e delle imprese; il crollo del settore immobiliare dove nonostante le autorità abbiamo promulgato il "Piano in 16 punti" per sostenere il mercato, la sua piena efficacia rimane una sfida per il futuro; il rallentamento della domanda estera nel 2023.