2022-10-11 10:48:09
Mercati in attesa del 13 ottobre, quando verranno comunicato i dati di inflazione USA e della Germania di settembre. Negli USA i prezzi sono attesi ridurre il tasso di crescita all’8,1% (dall’8,3% di agosto), rafforzando la convinzione che il picco di inflazione sia ormai alle spalle. In Germania ed in Europa l’inflazione è cresciuta del 10% a settembre (dal 7,9% di agosto) ed è attesa crescere ulteriormente nei prossimi mesi.
Negli USA gli ultimi dati sulla disoccupazione, scesa al 3,5% dal 3,7% del mese precedente, sembrerebbero mostrare che nonostante la stretta monetaria, l’occupazione continua a crescere. Il tutto va ovviamente inquadrato nella riduzione secolare della partecipazione alla forza lavoro (stabile a settembre al 62,3%), ancora 1,1 punti percentuali al di sotto del periodo pre-pandemia. I dati sul mercato del lavoro in settembre non sembrano tuttavia in grado di alterare la visione e la strada intrapresa dalla FED, che sta portando avanti un aggressivo rialzo dei tassi. Il mercato del lavoro si mostra resiliente, anche se sta iniziando a rallentare: in agosto infatti erano stati creati 315.000 posti, mentre in settembre la crescita si è fermata a 263.000 (l'aumento più basso da aprile 2021). In crescita del 5% i salari medi ma in rallentamento rispetto al 5,2% di agosto.
I dati sull’occupazione, sono il vero argine contro la recessione nonostante i due trimestri di variazione negativa del PIL. Al 3,5% vuol dire che in USA tutti hanno un lavoro (storicamente non si è mai vista una recessione severa con questo dato) e comunque alla fine di agosto le posizioni lavorative aperte erano ancora oltre 10 milioni, il che farebbe propendere per una stabilità della disoccupazione su livelli storicamente bassi.
Certo, l’inflazione rimane il problema principale dell'economia americana (come per tutte le economie dei paesi avanzati). Gli analisti stimano che una percentuale tra il 2.5% ed il 3% possa essere la parte di inflazione legata ai problemi delle catene di approvvigionamento. E su questo fronte sembra che ci siano dei segnali di miglioramento, almeno per quanto riguarda la logistica interna americana.
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