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Vantaggio Sleale - Investing e Trading

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Investing, trading, opzioni, news economiche e analisi.
Il canale ufficiale di Mirko e Andrea! https://tracking.avapartner.com/hwgAAA

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Gli ultimi messaggi 42

2022-08-01 16:45:10

639 views13:45
Aprire / Come
2022-08-01 16:44:37

621 views13:44
Aprire / Come
2022-08-01 16:41:58
Durante la diretta di Wall Street Caffè del 11 luglio Andrea aveva impostato un'operazione long sul Natural Gas a scopo puramente didattico, basata solo sul posizionamento grafico rispetto al canale e sull'ottimo rapporto Rischio/Rendimento.
Ecco come è andata

Qualcuno l'ha fatta??
588 views13:41
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2022-08-01 11:08:08Bitcoin è stato respinto a 24.000$ 5 volte in 5 giorni, ora gli ordini spingono verso il basso

Enorme quantità di ordini fra 23.000 e 13.000 dollari, una ripresa importante appare molto improbabile: analisi di Mirko Castignani, co-founder di Vantaggio Sleale

https://ct.com/atm3
567 views08:08
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2022-08-01 08:48:48 In questo scenario, un vigoroso aumento dei tassi di interesse è molto efficace, perché aumenta i costi di indebitamento per consumatori ed imprese, raffreddando la domanda di beni e servizi.
 
La stessa analisi per l’area Euro, mostra importanti differenze. La prima è che l’evoluzione dei prezzi dell’energia è dominante nel determinare l’inflazione. Nel corso del 2021 i prezzi nel settore dei servizi sono rimasti stagnanti a causa dei numerosi lock down. In crescita sono risultati i prezzi dei beni industriali ed alimentari, anche se meno rispetto agli USA. Con il passare dei mesi, a differenza degli USA, è cresciuto in modo consistente il peso dei prezzi dell’energia guidato dal continuo aumento dei prezzi del gas naturale e dell’energia elettrica che a luglio sono arrivati a pesare il 65% circa della variazione generale dei prezzi. In questo contesto l’efficacia della politica monetaria è decisamente inferiore. L’inflazione dell’area Euro è sostenuta più dai costi che dalla domanda e quindi può essere influenzata solo in minima parte dall’aumento dei costi di accesso al credito e da una modifica del costo-opportunità degli investimenti. Il prezzo dell’energia non dipende dall’azione della BCE, ma da una riduzione dell’attività economica generale nel medio-lungo periodo. A parità di obiettivo di riduzione dell’inflazione, la BCE dovrebbe effettuare un fine tuning della domanda fino a rischiare l’avvio di una vera recessione economica.
Ecco il motivo per il quale credo che la recessione in Europa arriverà più tardi di quella USA. Ma arriverà.
Non è facile e nemmeno agevole per la BCE alzare i tassi per ridurre l’inflazione, reinvestire i titoli scadenza acquistati con i programmi Pepp e App, tenere a bada gli spread con il programma TPI e allo stesso tempo cercare di pilotare una recessione economica in modo che non faccia troppi danni. Vedremo.
 
In questa fase riteniamo quindi che gli investitori dovrebbero guardare in modo opportunistico ad un allungamento della duration del portafoglio obbligazionario: considerato l'appiattimento relativo della curva, il rendimento incrementale per detenere scadenze più lunghe potrebbe non essere del tutto compensato dal più elevato rischio (almeno per il momento). Per quanto riguarda l’azionario, riteniamo corretta una strategia bottom up che privilegi i titoli di quelle società che producono cassa, siano market leader nel proprio settore di riferimento e vantino una redditività superiore e sostenibile rispetto a quella media del proprio settore.
587 views05:48
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2022-08-01 08:48:48 Agli economisti spesso piacciono i teoremi di partenza, risultati che sembrano essere contrari alla saggezza convenzionale (J. Stiglitz).
 
PMI manifatturiero dell’Europa di luglio alle 10:00 (stima 49,6 punti contro 52,1 di giugno), tasso di disoccupazione Europeo di giugno alle 11:00 (stima 6,6% invariato rispetto a maggio), PMI manifatturiero USA di luglio alle 15:45 (stima 52,3 punti contro 52,7 di giugno) e ISM USA manifatturiero di luglio alle 16:00 (stima 52,9 punti contro 53 di giugno).
                                                                                                                                                                            
Con i dati dello scorso venerdì, la Germania è riuscita ad evitare la recessione di un soffio (il Pil si è fermato allo 0,1%, in linea con le attese), mentre meglio delle attese ha fatto registrare l’Italia: 1% di crescita contro 0,3% atteso, che porta il tendenziale annuo al 4,6% contro il 3% atteso. In Europa il Pil del 2Q si è chiuso con un +0,7% (0,2% le attese) in rialzo rispetto allo 0,6% del 1Q e con prezzi al consumo in crescita a luglio dell’8,9% YoY, in ulteriore accelerazione rispetto all’8,6% di giugno. Sull’altro fronte dell’Atlantico, il PMI Chicago è stato peggiore delle stime (52,1 punti contro 55 stimato), mentre la fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è risultata leggermente migliore dele attese (51,5 punti contro 51,1 stimato).
 
La flessione del PIL USA nel secondo trimestre, pari allo 0,9% che fa seguito a quella dell’1,6% del primo trimestre, ha sancito ufficialmente l’entrata in recessione degli USA. L’Europa è invece cresciuta dello 0,7% nel primo trimestre e le stime indicano un +0,2% nel secondo trimestre (i dati verranno rilasciato il 17 agosto). Se così fosse, delle due cose l’una: o l’economia Europea è più resiliente di quella USA, oppure la recessione arriverà più tardi così come più tardi è arrivata la ripresa in uscita dalla pandemia. Propendo per la seconda.
Per poter affermare questo, abbiamo analizzato l’inflazione, responsabile delle strette monetarie delle banche centrali e il cui controllo è entrato prepotentemente nel dibattito dei due blocchi economici. Nonostante il tasso di inflazione headline all’apparenza sia molto simile (intorno all’8%), USA ed Europa hanno una dinamica dei prezzi differente nella struttura. Se infatti isoliamo il tasso di inflazione core, notiamo come quello europeo risulti notevolmente più basso di quello USA di circa 2,4 punti percentuali. Questo significa che l’Europa necessita di un approccio diverso rispetto a quello USA, più graduale e maggiormente attento all’impatto asimmetrico che la normalizzazione dei tassi di interesse potrebbe avere su economie e debiti pubblici di Paesi molto diversi tra loro. L’inflazione core USA sembra avere già raggiunto il picco massimo ed essersi avviata verso la fase di decelerazione. I prezzi in area Euro sembrano invece muoversi con un ritardo di circa 2-4 mesi rispetto agli USA.
 
Analizzando in dettaglio la dinamica dei prezzi USA, ne risulta come questa sia dovuta in prevalenza dall’andamento dei prezzi dei servizi e dei beni industriali. Il rialzo del prezzo dell’energia ha avuto un impatto rilevante nel corso della primavera del 2021, ma poi è rapidamente sceso. La crisi energetica non sembra quindi riflettersi in modo significativo sulla dinamica dell’inflazione USA, vista la disponibilità di gas USA e Canadese a prezzi notevolmente più bassi (gli USA sono indipendenti da un punto di vista energetico). La crescita dei prezzi dei beni alimentari è stata invece più graduale ed è diventata importante soprattutto negli ultimi mesi. In altre parole, i dati suggeriscono che l’inflazione USA è sostenuta in prevalenza dalla domanda. Sul mercato del lavoro si è registrato un aumento dei salari medi, quale effetto della scarsità della manodopera in uscita dalla pandemia.
444 views05:48
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2022-07-29 16:08:47 Wall Street Caffé 29/07/2022

Segui insieme a noi l’apertura di 𝗪𝗮𝗹𝗹 𝗦𝘁𝗿𝗲𝗲𝘁 tutti i giorni alle ore 15.20




- Analisi dei principali mercati: principali Azioni, Criptovalute, Indici, cambi valutari (Forex) e Future delle materie prime.

- Spesso vengono aperte operazioni di trading in diretta, con le opzioni e non solo, e poi seguite nei giorni successivi.

- Ad Agosto ci riposiamo, tutte le dirette saranno sospese, riprenderanno a settembre con il turbo! Ma tenete gli occhi aperti...potrebbe verificarsi qualche incursione estemporanea di Mirko e Andrea.
537 viewsedited  13:08
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2022-07-29 15:50:57
Amazon: +10% in pre-market
490 views12:50
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2022-07-29 09:59:30 Perché guardare al lungo periodo equivale a concentrarsi sull’acquisto di società ben gestite, con forti vantaggi competitivi e a prezzi ragionevoli. Queste sono le aziende dell'energia e dei materiali, insieme ai settori difensivi dell'assistenza sanitaria e dei servizi pubblici. Così come i titoli value e quelli delle industrie di prodotti chimici per l'agricoltura (vista la tensione nei mercati dei fertilizzanti). Ma anche gli immobili, che storicamente hanno offerto una buona protezione in periodi inflazionistici.
530 views06:59
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2022-07-29 09:59:30 Non c'è nulla di più certo e immutevole che l'incertezza e il cambiamento (J.F. Kennedy).
 
Giornata fitta di dati quella di oggi. Si comincia con il tasso di disoccupazione della Germania di luglio alle 9:55 (stima 5,3%, invariato rispetto a giugno) e PIL sempre della Germania del 2Q alle 10:00 (stima 0,1%, contro 0,2% del 1Q22), PIL dell’Europa YoY del 2Q (stima 3,4% contro 5,4% del 2Q21) e i prezzi al consumo dell’Europa YoY di luglio (stima 8,7% contro 8,6% di giugno) entrambi alle 11:00, PMI Chicago di luglio alle 15:45 (stima 55,4 punti contro 56 di giugno) e fiducia dei consumatori Università del Michigan di luglio alle 16:00 (stima 51,1 punti contro 50 di giugno). Alla fine la FED ha alzato i tassi di ulteriori 75 bp (un quarto di punto lo aveva fatto in marzo, mezzo punto in maggio e tre quarti di punto in giugno) portando il costo del denaro in una forchetta fra il 2,25% e il 2,50%. Il progressivo appiattirsi della curva dei rendimenti segnala da tempo una recessione (si tratta di capire quanto profonda e lunga possa essere) che Powell non esclude, pur non prevedendola. Intanto il dato del PIL del 2Q di ieri parla chiaro: -0,9% contro stime del +0,5% e dopo la flessione dell’1,6% del 1Q. Quindi, gli USA sono in recessione, tecnica finchè si vuole, ma recessione. Se questa dovesse rivelarsi maggiore quella programmata (e i segnali ci sono tutti), non è detto che a settembre scatti un nuovo aumento (whatever it takes?) e nei trimestri successivi i tassi avrebbero maggiori probabilità di essere tagliati che non alzati. Vedremo.
 
Intanto l’economia mondiale segna il passo. L’Ocse ha tagliato le stime per il 2022 e 2023 di un punto e mezzo (al 3%) e alzato quelle dell’inflazione all’8,5%: si può certamente affermare che la guerra in Ucraina è una palla al piede per la crescita e benzina (è il caso di dirlo) per l’inflazione del mondo. Nel medio termine, le preoccupazioni dell'OCSE riguardano uno stop completo delle esportazioni di energia dalla Russia all'Europa, i cui negativi effetti sarebbero fortemente amplificati se nel frattempo il passaggio a fonti energetiche alternative non fosse maturo e sostenuto dalla costituzione di sufficienti scorte. Dello stesso avviso il FMI, che vede un’inflazione che potrebbe rimanere elevata se il mercato del lavoro resta in tensione, oppure le aspettative per il futuro si slegano da quelle che sono le indicazioni delle banche centrali, con la seria prospettiva che il costo complessivo per raffreddare l’economia salga ancora di più. Il fatto che le condizioni finanziarie globali si stanno restringendo potrebbe inoltre far crescere la pressione sul debito dei paesi emergenti e in via di sviluppo. Ancora, la crescita dei prezzi dell’energia e del cibo potrebbe far esplodere l’insicurezza alimentare a livello globale e con essa forti proteste, così come la frammentazione geopolitica è un muro per il commercio e la cooperazione globali (fine della globalizzazione ?).
 
E gli investimenti? Quale miglior consigliere dell’oracolo di Omaha, che non sembra spaventarsi nemmeno di fronte ad una economia che sembra orami di guerra. Anzi, come noto, il fatto che i mercati siano molto cinici, apre diverse opportunità di investimento. Secondo Buffett, l’ultima cosa da fare è detenere denaro durante un’economia di guerra. In altre parole, è meglio privilegiare gli investimenti in beni reali e azioni del comparto energetico, nell’oro e materie prime. Il suo ragionamento si basa su questa analisi: durante la Seconda Guerra Mondiale, il mercato azionario è avanzato e il mercato azionario avanzerà nel tempo. Le aziende americane varranno più soldi, i dollari varranno meno (l’inflazione mangia il potere d’acquisto), quindi sarà molto meglio possedere risorse produttive nei prossimi 50 anni, piuttosto che possedere pezzi di carta.
 
Buffett suggerisce di investire in aziende che hanno un vantaggio competitivo stimato per un lasso di tempo ragionevolmente ampio. Il suo segreto, se così si può chiamare, è la grande capacità di fare analisi sul lungo periodo.
512 views06:59
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