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Gli ultimi messaggi 11

2023-03-08 10:24:01 Ieri Powell ha tenuto un discorso davanti alla Commissione Bancaria del Senato. Tutto come nelle nostre attese. Il discorso si è concentrato sui recenti dati di inflazione e del mercato del lavoro, entrambe non in linea con quanto atteso dai membri del FOMC. Questo significa che la FED potrebbe aumentare i tassi d'interesse più del previsto, con una dinamica più elevata e lasciarli ad un livello di squilibrio più a lungo delle attese qualora i dati in arrivo suggeriscano misure più severe. E gli ultimi dati sembrano suggerire proprio questo: misure più severe. Detto in altri termini, il livello finale dei tassi di interesse sarà probabilmente più alto di quanto previsto in precedenza.
 
Ma non solo, Powell ha anche ribadito un whatever it takes contro l’inflazione, dicendo che la FED è pronta ad aumentare il ritmo dei rialzi dei tassi se tutti i dati dovessero indicare che non esiste altra opzione per ridurre la crescita dei prezzi.
 
I mercati finanziari, che mediamente viaggiavano in territorio positivo fino a proco prima delle parole di Powell, hanno immediatamente reagito portandosi in negativo. I future sui fed funds scontano ora un tasso pari al 6% per la fine del 2023 e un aumento di 50 bp nel prossimo meeting fissato per il 21-22 marzo. Le parole di Powell hanno ovviamente avuto anche un impatto sul dollaro, che si è immediatamente rafforzato contro euro e sterlina.
 
Se effettivamente il prossimo aumento dei tassi sarà di 50 bp, sarebbe un pessimo segnale per i mercati, non tanto per il livello in sé, ma soprattutto perché sancirebbe un nuovo e grave errore di valutazione della FED nel meeting di febbraio (dopo quello di aver sottovalutato l’inflazione). Sarebbe stato meglio, come avevamo suggerito più volte nei mesi scorsi, optare per un aumento di 50 bp nel meeting di febbraio, piuttosto che dare l’illusione ai mercati che l’inflazione si era avviata velocemente verso l’obiettivo e quindi la politica monetaria sarebbe stata meno falco.  
 
Difficile al momento capire se la FED sia posizionata di nuovo dietro la curva. Subito dopo l’ultimo aumento di 25 bp, la FED ha da subito cominciato a mandare segnali chiari ai mercati di come gli ultimi dati sulla crescita dei prezzi e la forza del mercato del lavoro non lascassero molto spazio all’immaginazione. Ma dopo.  

Ovvio che se gli operatori si attendevano una flessione dei tassi di interesse nell’ultimo trimestre dell’anno, dovranno ora rivedere i propri portafogli. Revisione che oltre ad essere guidata dal nuovo atteggiamento della banca centrale, dovrà probabilmente fare i conti anche con una revisione al ribasso degli utili societari.
78 viewsedited  07:24
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408 views19:39
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2023-03-06 10:17:02 •                  la BCE dovrebbe modificare il suo target di inflazione al 2%, ormai irrealistico;
•                  nonostante la crescita dei prezzi la BCE non dovrebbe attuare manovre restrittive, perché l’inflazione è molto da costi e poco da domanda. Forti strette monetarie strozzerebbero infatti la fragile ripresa economica, riducendo solo di poco la crescita dei prezzi. Nonostante i forti e ripetuti aumenti dei tassi e la flessione del prezzo del gas, l’inflazione sta infatti rialzando la testa;
•                  i tassi di interesse reali dovrebbero rimanere negativi il più a lungo possibile, favorendo l’investimento privato nell’economia reale;
•                  la BCE dovrebbe assorbire il debito degli stati conseguente all’aumento dei prezzi dell’energia, senza la paura di aumentare ulteriormente il suo bilancio;
•                  la BCE dovrebbe decidere di cancellare i debiti degli stati presenti nel suo bilancio, come proponeva l’ex Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli e come tra l’altro propongono 100 autorevoli economisti in Europa e in Italia, in modo da ridare “fiato fiscale” ai governi e agevolare così gli investimenti pubblici, indispensabili per la ripresa. La cancellazione dei titoli di debito acquistati dalla BCE (un quarto circa dei debiti complessivi degli stati dell’eurozona) non comporterebbe nessun danno per il settore privato e neppure un trasferimento di risorse tra gli stati;
•                  la Commissione dovrebbe deliberare un nuovo fondo fiscale comune e permanente basato su una filosofia analoga a quella del Next Generation EU, di ammontare pari ad almeno il 10% del PIL dell’Europa (circa 1.700 miliardi di euro);
•                  cancellazione del fiscal compact, adottando invece la golden rule, ovvero permettere ai singoli stati di investire per la crescita anche ricorrendo a deficit.
 
Qualcosa si sta muovendo in questa direzione e vogliamo essere ottimisti. Guardiamo quindi con fiducia agli investimenti in Europa che, lo ricordiamo è all’avanguardia nel mondo in tutti i settori manifatturieri e industriali.
 
Largo quindi agli investimenti nei titoli di quelle società interessate dagli investimenti del NGeu (che magari verrà pure ampliato), continuando a privilegiare in particolare quelle imprese che operano nel settore della digitalizzazione di prodotto e di processo, della cyber security, della trasmissione di dati su rete fissa e/o mobile. E tutte le imprese la cui attività riguarda la rivoluzione verde, da quelle locali a quelli nazionali, senza dimenticare tutte quelle che operano nel settore delle infrastrutture e della cura alla persona.
445 views07:17
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2023-03-06 10:17:02 Buona settimana a tutti!
 
 
Vendite al dettaglio dell’Europa MoM di gennaio in uscita oggi alle 11:00 (stima +1,3% contro –2,7% di dicembre). Importante, martedì e mercoledì, la testimonianza del presidente della FED sulle prospettive economiche e sui recenti interventi di politica monetaria davanti alla Commissione Economica Congiunta a Washington DC. Come noto, la testimonianza si svolge in due parti: la prima è una dichiarazione preparata, mentre successivamente la commissione conduce una sessione di domande e risposte. Normalmente per tutta la durata della parte di domande e risposte i mercati sperimentano una forte volatilità.
 
Così come all’indomani dell’attacco alle torri gemelle il mondo della politica e dell’economia hanno subìto un profondo cambiamento, siamo convinti che anche l’invasione della Russia all’Ucraina sarà in grado (anzi lo sta già facendo) di cambiare profondamente il corso politico ed economico dell’Europa. Forse per la prima volta dalla seconda guerra mondiale l’Europa sta vivendo una situazione di paura mista all’incertezza che il conflitto possa estendersi a tutto il continente, minando alla radice le nostre certezze. L’Europa si è scoperta di colpo debole sia sotto il profilo politico (non sembra infatti in grado di risolvere il conflitto), sia sotto quello economico, visto che un paese (la Russia) la cui potenza industriale e il PIL sono un infinitesimo di quello Europeo, tiene sotto scacco altri 27 paesi.
 
Uno dei primi visibili effetti è la de-globalizzazione. E’ ormai innegabile come la globalizzazione che ha sostenuto la crescita economica mondiale degli ultimi decenni sia vicina ad una profonda trasformazione. Il che non vuol dire per esempio che i governi dei 27 paesi Europei non possano concordare iniziative necessarie per cercare di risolvere le drammatiche necessità economiche dalla guerra (sarebbe meglio lo facesse l’Europa, ma al momento conta almeno quattro anime). I Paesi Europei sono chiamati quanto prima a consolidare una concreta e stretta cooperazione politica ed economica. Di fronte alle minacce di Putin la UE deve unire le forze e non disperderle.
 
Il rischio che percepivano i mercati finanziari all’inizio della guerra che le divisioni tra paesi sovranisti ed europeisti avrebbero potuto portare alla rapida frantumazione dell’Unione Europea, non sembra ancora del tutto tramontato, nonostante la rinnovata coesione politica e i forti sostegni economici agli investimenti messi in campo già nel periodo pandemico.
 
L’Europa potrebbe entrare in recessione (magari soft)? Il rischio non è ancora del tutto scongiurato. L’economia Europea è stata travolta di una crisi energetica e inflazionistica che ha pochi eguali nella storia: i debiti crescono, la disoccupazione aumenta e molte imprese sono a rischio fallimento. In questa situazione il ritorno del fiscal compact così come sperimentato in passato (nel 2024 potrebbe tornare) affonderebbe definitivamente l’economia (la Commissione sta comunque discutendo la sua revisione).
 
L’Europa si trova storicamente di fronte a un bivio. La sopravvivenza passa attraverso un cambio di direzione di marcia e di velocità a 180 gradi. Cosa serve allora alla rinnovata Europa politica ed economica? Sicuramente la definizione di obiettivi strategici, dei mezzi e dei percorsi per ottenerli, prendendo atto che le culture politiche e gli interessi economici dei 27 Paesi dell’Unione sono troppo diverse per affrontare le sfide poste dal confronto con la Russia e con le due superpotenze USA e Cina. Ma ci vuole tempo.
 
A breve occorre invece definire un compromesso che metta fine alla guerra in Ucraina. Il cambiamento dei rapporti di forza politici ed economici mondiali imporrà come inderogabili anche alcuni interventi. Tra questi ci sentiamo di suggerirne alcuni:
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Aprire / Come
2023-03-04 00:10:01
Venerdì "interessante".
Cosa ne pensate?
48 views21:10
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2023-03-03 22:42:48 Se ti sei perso il webinar sullo spread trading dell altra sera, ti incollo qui il link e ti ricordo che le promozioni scadranno il giorno 8 Marzo!

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73 views19:42
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2023-03-03 15:41:09 Wall Street Caffé 3/2/2023

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