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Gli ultimi messaggi 40

2022-09-20 08:46:31  
Europa, se ci sei batti un colpo
 
Orami ci siamo. Domani Powell dirà se l’inflazione spaventa così tanto la FED da aumentare i tassi di 100 bp, ben sapendo che l’effetto Volcker è dietro l’angolo, nonostante i dati della disoccupazione siano (o sembrino) positivi, pur inquadrati in una flessione secolare di partecipazione al lavoro.
 
Come noto, Powell guarda soprattutto alla crescita dei prezzi core che in agosto è raddoppiata rispetto a luglio (0,6% dallo 0,3%), indice questo che segnala un’inflazione orami infiltrata in tutta l’economia. In altre parole, aumentano le possibilità che l’economia USA sperimenti un hard landing.
 
Secondo un sondaggio del FT, la FED è determinata a portare velocemente i tassi di riferimento sopra il 4% (ora siamo al 2,25-2,5%) mantenendoli poi fermi per tutto il 2023. Diversamente da quanto suggeriscono i mercati, che vedono una flessione dei tassi nel 2023 per risollevare l’economia dalla recessione, la stretta potrebbe invece essere persistente anche di fronte ad un rallentamento economico maggiore del previsto. Del resto, il 29 agosto scorso Powell è stato piuttosto chiaro, sostenendo che fino a quando la FED non sarà sicura che l’inflazione è sotto controllo, i tassi saranno alzati anche se questo causerà un certo dolore a famiglie e imprese.
 
Segnali decisamente da falco arrivano anche dall’Europa, dove il 27 ottobre prossimo la Lagarde è attesa alzare i tassi di 75 bp. Nel frattempo il presidente della Buba, come riporta Bloomberg, torna a chiedere alla BCE rialzi importanti. Se la tendenza al rialzo dei prezzi continua con lo stesso vigore visto fino ad oggi, un aumento dei tassi di interesse deve seguire, come già concordato nel Consiglio direttivo, ha sostenuto Nagel.
 
I mercati come hanno elaborato lo scenario? Borse in flessione, rendimenti obbligazionari al rialzo ed euro ancora sotto la parità sul dollaro. L’aggressività della FED ha ulteriormente invertito la curva, portando il rendimento del treasury a due anni al livello (3,48%) più elevato degli ultimi 15 anni e ben al disopra del tasso a dieci anni, pari al 3,1%.
 
In rialzo anche i rendimenti Europei, dove al momento la tendenza dei mercati riflette tensioni al ribasso piuttosto che al rialzo. L’andamento delle prossime settimane dipenderà tuttavia dalle pressioni sui prezzi dell'energia elettrica. Qualora i prezzi dell'energia dovessero continuare a salire c'è il rischio che le Borse possano scendano ancora.
 
Sul fronte Internazionale, restano da valutare le dichiarazioni del premier cinese e indiano rese al recente vertice di Samarcanda, secondo le quali la guerra si sta protraendo per troppo tempo (pare che Putin abbia annuito). Al di la dell’incontro tra Xi e Putin, il summit è stato strategico anche nel definire il potenziale allargamento della cooperazione nell’ambito dello SCO (Shanghai Cooperation Organisation) ad Iran, Egitto e Bielorussia, Arabia Saudita, Qatar. Chiaro che il potenziale allargamento della SCO verso l’Asia meridionale, i paesi del Golfo e il Nord Africa mostra come il mandato originale sulla sicurezza dei confini regionali sia stato allargato a temi legati al commercio e soprattutto allo sviluppo economico. Sviluppo visto soprattutto dai paesi del Medio Oriente e dei paesi del Golfo, che vede nell’organizzazione un’eccezionale opportunità per accedere agli investimenti cinesi per sviluppare infrastrutture essenziali a trasformare le economie e allontanarsi dal petrolio.
 
E’ forse il caso che l’Europa cominci a chiedersi come saranno i commerci internazionali fra 10 anni e che ruolo vuole avere. E’ il nuovo ordine economico mondiale che si va profilando?
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Aprire / Come
2022-09-19 19:12:15
https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_3BfHyipMTy6QUN9JU-zV1A
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2022-09-19 15:51:33 Wall Street Caffé 19/09/2022




Vi ricordiamo l'appuntamento al Wall Street Caffé!

Tutti i giorni alle ore 15.20 interne a Mirko e Andrea.

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2022-09-19 12:14:09 https://it.cointelegraph.com/news/pericolosa-discesa-del-bitcoin-perde-due-supporti-chiave
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2022-09-18 18:31:17
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2022-09-07 10:15:32 Per far fronte all'aumento del prezzo del petrolio, consiglio ai francesi di andare in bicicletta (C. Lagarde).
 
Produzione industriale MoM di luglio della Germania in uscita oggi alle 8:00 (stima -0,5 contro +0,4 di giugno), PIL dell’Europa YoY del 2Q22 alle 11:00 (stima +3,9% contro + 5,4% del 2Q21). Ieri i dati USA sono risultati mediamente più bassi delle attese, tranne l’ISM manifatturiero, il cui dato è stato più elevato della stima: 56,9 punti contro 55,1 stimato.
 
Le attese dei mercati sono ovviamente concentrate sulla mossa delle BCE che, salvo sorprese dell’ultimo minuto, è attesa aumentare i tassi di 75 bp l’8 settembre, facendo così scivolare sempre più la l’Europa verso la recessione.
 
Se l’economia Europea e quella USA e quella scivolano verso la recessione, perché il petrolio continua ad essere nell’intorno dei 90 dollari al barile? E’ la classica domanda da un milione di dollari. Il forte e veloce deterioramento delle stime macroeconomiche amplificate dalla guerra e il rialzo dei tassi stanno cambiando le stime sulla domanda di petrolio per l’ultimo trimestre dell’anno e probabilmente per tutto il 2023, nonostante la domanda estiva, guidata principalmente dal settore aereo, ha consentito un aumento della produzione di 3,6 milioni di barili/mese fino alla fine di agosto. A partire dell’autunno tuttavia gli effetti del rallentamento dell’economia globale dovrebbero farsi più intensi e infatti le aspettative medie sulla produzione per l’intero 2022 non raggiungono ancora i livelli pre-pandemici di oltre 100 milioni di barili, ma sono ferme a circa 98 milioni di barili. Lo scorso venerdì l’OPEC ha tagliato la produzione di 100.000 barili al giorno, che sembrano tanti ma in realtà è lo 0,1% della domanda mondiale. Niente. In realtà l’OPEC+ (che somma alcuni Paesi che non fanno parte dell’OPEC, tra cui la Russia) il 4 agosto ha deciso di produrre 100.000 barili al giorno in più. Quindi alla fine il saldo è sempre zero.
 
Fare delle previsioni di prezzi affidabili a breve termine nella situazione attuale non è compito facile, viste le numerose variabili in campo (tanto per fare un esempio, le sanzioni europee alle importazioni di greggio russo saranno rispettate da tutti? ). Sono tuttavia sempre maggiori i segnali che i prezzi possano subire un deciso ridimensionamento nel corso dell’anno. Infatti, le aspettative pessimistiche sulla crescita economica in molti paesi (non solo europei) fa pensare ad una diminuzione della domanda di petrolio. Chiaro che molto della variazione del prezzo dipenderà anche dall’offerta. Su questo fronte occorre mettere in conto quanta parte della produzione di greggio Urals sarà assorbita dalla Cina (a maggio l’import di petrolio Russo ha superato quello dell’Arabia Saudita) e se nel medio periodo l’effettivo aumento delle quote produttive dell’OPEC siano in grado di colmare il gap tra domanda e offerta. Se, come già annunciato, quest’ultima dovesse aumentare la produzione in modo da colmare il deficit russo, allora domanda e offerta potrebbero incontrarsi a prezzi minori. L’aumentata produzione degli USA potrebbe aiutare ad aumentare le scorte e mitigare ulteriormente la salita dei prezzi, che come sappiamo è il principale driver delle pressioni inflazionistiche. Da non sottovalutare inoltre che dopo ben 16 mesi di negoziati, USA e IRAN sembrano vicine ad un accordo sul nucleare che consentirebbe all’IRAN di riprendere l’export di petrolio. Salvo imprevisti, le motivazioni per prevedere una flessione del prezzo, superano in questo momento quelle che vedono l’oro nero salire ai massimi di periodo.
Vi ricordo che sul nostro canale youtube tutti i giorni siamo in diretta alle 15,30
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2022-09-06 09:32:10 C’è qualcuno seduto all’ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa (W. Buffett).
 
PMI servizi USA di agosto (stima 44,3 punti contro 47,3 di luglio) e PMI composito USA (stima 45 punti contro 47,7 di luglio) entrambi in uscita alle 15:45, ISM non manifatturiero USA di agosto alle 16:00 (stima 55,5 punti contro 56,7 di luglio). I dati Europei di ieri sono risultati tutti mediamente più deboli del previsto.
 
Perché il prezzo del gas continua a salire. A parte la speculazione, a far crescere o diminuire le bollette sono i prezzi del gas all’ingrosso, fissati ogni giorno sui mercati internazionali e che salgono e scendono in linea con la domanda globale. Non esiste un prezzo unico internazionale per il gas e il sistema di determinazione dei prezzi varia da paese a paese. Nel Regno Unito, il prezzo spot viene calcolato utilizzando il National Balancing Point (NBP) britannico. Negli USA c’è l’Henry Hub Natural Gas. Per l’UE c’è il “TTF” (Title Transfer Facility, struttura per il trasferimento dei titoli), un mercato all’ingrosso virtuale che ha sede ad Amsterdam.
 
I prezzi del gas all'ingrosso sono determinati dal costo che i fornitori di energia pagano ai produttori nazionali e internazionali. Ovviamente le speculazioni o il timore di un'imminente interruzione delle forniture possono far crescere il prezzo del gas sui mercati internazionali. Sul TTF gli operatori negoziano contratti futures, ovvero prezzi di acquisto e di vendita del gas per diverse scadenze. La più vicina è quella di settembre 2022, la più lontana è dicembre 2027 che tuttavia al momento non ha alcun prezzo perché nessuno la sta scambiando. Nessuno è in grado di prevedere quale sarà il prezzo futuro o quando esattamente i prezzi inizieranno a scendere, ma si può vedere l’andamento dei prezzi secondo le previsioni dei mercati in base ai prezzi a cui sono scambiati i futures.
 
Alla borsa olandese i prezzi segnati dai futures, determinati dalle aspettative a breve e medio termine degli operatori, sembrano tuttavia sganciati dalla realtà, quasi fossero profezie al rialzo che si autoavverano: se il future prevede la consegna per esempio a tre mesi e per qualche motivo temo di non poter avere la fornitura, la struttura finanziaria assicurativa del contratto verrà appesantita e, uniti ai costi operativi del fornitore di energia, dei costi di manutenzione e alle imposte, contribuisce al prezzo del gas.
 
I governi europei hanno stanziato quasi 300 miliardi di euro per proteggere le rispettive economie dalla crisi energetica. Chiaro che aiuti di questo calibro non sono sostenibili nel medio periodo e anzi appaiono pure dannosi da un punto di vista geopolitico. L'UE si sta muovendo anche in altre direzioni per frenare la crescita dei prezzi dell’energia il cui risultato più importante sarà probabilmente una riforma strutturale del mercato dell’elettricità: da una diversa connotazione del mercato all’ingrosso dell’energia, allo sganciamento del prezzo marginale dell’energia elettrica dal prezzo del combustibile più costoso richiesto per soddisfare la domanda ogni giorno (chiamato ordine di merito) che risulta proprio il gas naturale. Se il prezzo dell’energia elettrica non dipendesse da quello del gas, non solo costerebbe meno ma darebbe pure una mano alla BCE nel controllo dell’inflazione.
 
Secondo l’analisi di tre economisti del MES, uno stop totale del gas russo ad agosto porterebbe ad esaurire le riserve nei paesi dell’euro già a fine anno e porterebbe una recessione dell’1,7% medio del PIL dell’eurozona e del 2,5% in Germania e in Italia. Con una riduzione dei consumi del 15%, come da piani della EU, l’impatto sui paesi euro sarebbe dell’1,1%.
 
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2022-09-05 18:39:51 Live stream finished (1 minute)
15:39
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2022-09-05 13:49:30 ... e in tanto il mondo Cryptomonete...
https://ct.com/axac
362 views10:49
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2022-09-05 09:51:44  
Con la recessione alle porte è difficile ipotizzare un recupero stabile delle borse nei prossimi 6-9 mesi, visto soprattutto il livello di negatività tornato a livelli molto alti (ovviamente non escludiamo qualche fiammata anche consistente di recupero, magari a seguito di buoni dati sull’inflazione). Fra un anno è probabile che avremo la recessione alle spalle.
375 views06:51
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